Camosci e viaz...

alla Serata Augurale CAI-ANA

di Mondo Piaia - CAI Conegliano 2003

La serata (6 dicembre 2002 - n.d.r.) è iniziata con il saluto e le espressioni augurali di Natale e Capodanno, rivolte ai presenti e familiari, da parte del presidente del CAI e del Capogruppo Alpini della Città. 

Nella prima parte dell’incontro è stata proiettata una pellicola dal titolo: “Risvegli e precipizi. Il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi”, un film di Luigi Cammarota, prodotto dalla RAI e da GEO&GEO, presentato al Filmfestival di Trento. Erano presenti Franco Miotto, protagonista del film, e Luisa Manarino, redattrice dei testi del film ed autrice del libro “La forza della natura - Franco Miotto, l’uomo dei viaz”. 

I Viaz sono percorsi impervi di alta montagna, tracciati dai camosci, dove sono soliti passare i branchi nei loro spostamenti e battuti anche dai cacciatori che si avventurano alla loro ricerca. La pellicola, a questo proposito, ci ha presentato alcuni scenari avvincenti, ricchi di particolari riguardanti il comportamento degli animali e la caccia spericolata ed affascinante, praticata da un uomo amante dei viaz. Veramente un pregevole spettacolo in cui la montagna manifesta il suo ardito invito all’uomo, quasi a sfidarlo, complice l’audace camoscio che sembra volare tra un balzo e l’altro, lungo i viaz tracciati dall’istinto. 

L’intervallo della serata ci ha riservato una commovente sorpresa. Condotto da Mondo Piaia, è stato animato dall’incontro sul palco tra una donna, allora dodicenne, sopravvissuta alla tragedia del Vajont ed il suo provvidenziale soccorritore, che le salvò la vita. Per ben trentanove anni si erano vicendevolmente cercati senza successo. La fortuna li ha premiati e si sono riabbracciati proprio in occasione della serata Montagna Insieme. Il racconto del soccorso avvenuto in quella terribile notte del 9 ottobre 1963 ha profondamente commosso tutti. Protagonisti la signora Micaela Coletti di Longarone, ora presidente del Comitato per i Sopravvissuti del Vajont, e Cesare Antiga, allora imprenditore gelatiere in Germania, già ufficiale degli Alpini, residente a San Vendemiano. L’uomo, di ritorno dalla Germania, per puro caso si trovò a passare per Longarone proprio quella fatidica notte. Fu lui a estrarre la bambina sanguinante dalle macerie e dal fango e a trasportarla all’ospedale di Pieve di Cadore dove fu salvata dai medici.

La serata, come ormai è tradizione, si è conclusa con canti popolari e tradizionali. Una interpretazione fresca del coro “Code di Bosco” di Orsago, di recente costituzione, nostro ospite anche lo scorso anno. La loro esibizione è stata particolarmente apprezzata.

Una amichevole allegra bicchierata ed il panettone hanno coronato la serata ben riuscita.