Proiezioni dal 57° TrentoFilmfestival 2009

CAI Conegliano - 6 novembre 2009

 

"DIE SEILBAHN" di Claudius Gentinetta, Franck Braun

"Die Seilbahn", ovvero "Le funivie", è un cortometraggio, in forma di cartone animato, a colori di soli 7 minuti. Protagonista è un simpatico anziano raffreddato, con poca forza in corpo ma tantissima voglia di vivere. Una situazione tragicomica, una sfida improbabile che, causa forze maggiori, vede da un lato l'uomo e dall'altro la montagna. O, per meglio dire, la iella.

Mentre è a bordo di una cabina in funivia, verso qualche luogo di montagna, un uomo, anziano e raffreddato, comincia a starnutire. Ad ogni starnuto, la vecchia cabina trasandata comincia a cadere a pezzi. L'uomo però, non è per nulla rassegnato ad un tragico destino e, armato di nastro adesivo, sfida l'improbabile salita.
 

 

 

 

"KARL" di Valeria Allevi
La tragica scomparsa di Karl Unterkircher, nel luglio del 2008, durante la spedizione al Nanga Parbat, sembra un copione già scritto: l’alpinismo estremo, il rischio, la tragedia. Una sequenza di eventi ben nota, dietro la quale c’è però molto di più. Una personalità unica del mondo dell’alpinismo: semplice, sicura, ammirata dai più grandi personaggi dei nostri tempi per essere riuscita, in pochi anni di attività, a scriverne la storia.

Questo film, firmato dalla regista Valeria Allevi e da Sara Sottocornola che lo ha ideato, vuol essere un ritratto di Karl Unterkircher come alpinista, ma anche come uomo. Ripercorre la sua vita, partendo dalla grande spedizione del 2004 all’Everest e K2, durante la quale riuscì a salire entrambe le montagne, senza ossigeno, nell’arco di soli 63 giorni. Quel momento, per lui ha rappresentato una svolta e un’occasione unica per emergere ed avere così la possibilità di realizzare le sue idee di un alpinismo nuovo, esplorativo, ma dallo stile impeccabile, non sono sulle pareti di casa ma anche in altissima quota. Sono questi i principi fondamentali da cui è nato l’alpinismo, e Karl li ha interpretati con il suo modo essenziale di vivere la montagna, trovando una risposta coerente nello stile alpino e la loro massima espressione nella prima salita alla Nord del Gasherbrum II, compiuta nel 2007.
Alla narrazione e alle immagini delle sue imprese, nel film s’intrecciano i racconti di chi ha condiviso con lui esperienze di vita e di montagna. Ne emerge la traccia profonda che Karl ha lasciato negli animi e nell’alpinismo realizzando quel che era il suo sogno: vivere la montagna, giorno per giorno, con coraggio, consapevolezza e spontaneità. Tranquillo, sorridente, ma anche testardo e determinato, Karl affrontava ogni sfida con energia positiva. La calma e la sicurezza con cui si muoveva in montagna, ricordate dai suoi compagni di cordata, sono però in netto contrasto con i sentimenti espressi nei suoi ultimi diari, scritti dal campo base del Nanga Parbat pochi giorni prima del tragico epilogo. La sua scomparsa, in un crepaccio, sulla parete Rakhiot.

 

"OLTRE LA PARETE" di Elio Orlandi
Elio Orlandi, trentino, classe 1954, è guida alpina, alpinista e anche regista. Tra le sue opere cinematografiche, ci sono Magico Est, Patacorta, Cuore di Ghiaccio, Cerro Torre Nord e ancora Nord. La sua ultima opera riguarda la salita patagonica compiuta l'anno scorso con Larcher e Leoni sulle Torri del Paine.

"Queste immagini non desiderano solo raccontare una storia come tante altre, ma cercano di trasmettere anche le grandi emozioni che riempiono di immenso ogni attimo di vita vissuto con passione. Anche perchè talvolta si possono provare sensazioni che poi risulta difficile condividere totalmente con gli altri". E' Elio Orlandi che parla, e questo è il suo ultimo film: "Oltre la parete".

"L'alpinismo e l'arrampicata dovrebbero essere sempre sinonimo di serenità - dice Orlandi presentando il suo ultimo film alla 57esima edizione del Trento FilmFestival -, divertimento, spirito libero, condivisione di passioni, reciproco rispetto, amicizia. Tutto questo, è quanto abbiamo provato e vissuto durante questa esperienza in Patagonia".
"Perchè oltre la parete vi sono tutti gli altri valori della vita, molto più importanti - continua l'alpinista trentino svelando le ragioni del titolo dell'opera -. Risulta così essere un film spontaneo, disincantato e senza finzioni, che riporta solamente la realtà autentica di un'avventura verticale, in particolare là dove non possono arrivare le troupe televisive o le grandi produzioni".
"El gordo, el flaco y l'abuelito", cioè "il ciccione, lo smilzo e il nonnetto". Così Orlandi, Larcher e Leoni hanno battezzato la nuova via che hanno aperto sulla strapiombante parete Est della Torre Centrale del Paine (2.454 metri).

Per saperne di più: La salita del film, Una nuova via nel 2009

 

Fonti: www.montagna.tv