XXII incontro di Alpinisti ed Ambientalisti

in difesa dell’antica Foresta del Cansiglio

Domenica 15 novembre 2009

Raduno a Pian Canaie ore 9:30
Partenza escursione ore 10
Arrivo a Casera Palantina ore 11:30
Partenza per Forcella Palantina ore 13
Arrivo a Forcella Palantina ore 14
Rientro a partire dalle ore 15    
 


Dal comunicato di Mountain Wilderness Veneto

Diamo una mano al Cansiglio e alla sua foresta, ancora una volta in  pericolo. Da vent'anni le associazioni ambientaliste del Veneto e del Friuli si stanno impegnando per la difesa dell'antica foresta del Cansiglio.

Si vorrebbero ora realizzare impianti di collegamento tra Pian Cavallo ed il Cansiglio-Alpago, attraverso Forcella Palantina, con un grande impianto che potrebbe costare dai 25 ai 30  milioni di euro. Vogliamo fermare questa follia, fermare lo spreco di decine di milioni di euro, tutti o in buona parte di soldi pubblici! Nessuno degli ambientalisti in tende opporsi agli investimenti fatti in montagna qualora fossero distribuiti equamente e servissero per dare l'avvio ad una politica  di conservazione e sviluppo sostenibile. Ma ovviamente non è un problema solo di costi ed anche se si trovassero sponsor privati, l'impianto è comunque inaccettabile poiché cambierebbe per sempre l'assetto naturalistico e paesaggistico del versante veneto del Monte Cavallo.
In Regione Veneto c'è chi continua a sostenere la  necessità del collegamento e l'ultimo inverno di forti nevicate ha ridato fiato a chi ha sempre continuato a lavorare, giunta regionale dopo giunta, per arrivare al "colpo finale". Così, anche in occasione dei  campionati europei di sci alpinismo, è stata ribadita l'intenzione di arrivare a realizzare un grande, costoso  e "moderno"  impianto tra Tambre - Col Indes e Forcella Palantina.
Dovesse passare il progetto, in Cansiglio non si parlerà più di area protetta, ma solo di "demanio sciabile". C'è chi sostiene, ingenuamente o disonestamente, che quell'impianto servirà soltanto  a portare in inverno gli sciatori sulle piste friulane ed in estate  i turisti del Pian Cavallo in Alpago ed in Cansiglio. Ma è pensabile progettare un opera così costosa anche nella gestione, ancora un investimento pubblico che molto probabilmente produrrà solo deficit e conti in rosso, senza avere la certezza  che in qualche  anno si riusciranno a realizzare anche le piste dentro la foresta del  Cansiglio, cioè dentro l'area SIC e ZPS, tutelata dall'Europa come  punto della Rete Ecologica?
Quell'impianto va fermato!

Mountain Wilderness è più volte intervenuta negli anni scorsi per denunciare i tentativi, soprattutto della provincia di Belluno, di portare i cacciatori ad abbattere i cervi dentro l'area. Sicuramente la popolazione di cervi è in sovrannumero, ma questo è anche il frutto della politica di non intervento per anni e anni, forse proprio con lo scopo di arrivare all'emergenza. Recentemente la Regione Veneto ha stanziato 130.000 euro per rifondere gli allevatori del Cansiglio per la perdita di foraggio, destinato alle mucche,  causata dal pascolamento dei cervi  e per arrivare alle prime azioni di contenimento che ci si augura siano basate soprattutto sulle catture e gli spostamenti, almeno come tentativo iniziale. La caccia, anche se mascherata, deve rimanere fuori dalla foresta. Il Cansiglio è circondato da aree in cui la caccia è normalmente praticata: il problema del contenimento dei cervi  va affrontato e risolto là.

E' tornata ancora alla ribalta la proposta di una cabinovia tra  Vittorio Veneto e il Monte Pizzoc, per portare in vetta decine di migliaia di turisti all'anno, sull'esempio di quanto già fatto sul Monte Baldo con il grande impianto di Marcesine, con la giustificazione di levare le auto dalle strade di accesso.
La proposta è bizzarra e sicuramente fallimentare anche dal punto di vista economico, ma non va sottovalutata. 
Per quale motivo portare tante persone su una cima dalla quale si gode un eccezionale panorama ma, per fortuna, non ci sono altri servizi che un vecchio rifugio senza posti letto che può ospitare solo qualche decina di persone? E se quell'impianto dovesse essere approvato con la giustificazione di  fermare le auto, dalla cima del Pizzoc si farebbe un altro impianto per portare i turisti in Pian Cansiglio? La proposta è impraticabile, oppure nasconde altri progetti di cui ancora non si parla ed è anche  significativo che si continuino a proporre impianti a fune e che nessun amministratore o politico parli più di Riserva Naturale Regionale, anche se era stata più volte promessa.

Mountain Wilderness lancia la proposta di una sottoscrizione per raccogliere fondi destinati ad azioni legali, pubblicazioni, diffusione di informazioni. La cifra raccolta verrà destinata, in accordo con le altre associazioni ambientaliste, agli interventi per evitare questo inaccettabile progetto e per sostenere la necessità di creare in Cansiglio un'area protetta.
Per poter difendere il Cansiglio servono fondi di cui le associazioni, in questo periodo di crisi, dispongono solo in  parte. Dimostriamo che l'antica foresta  è  un luogo importante per il Veneto e per il Friuli, da non lasciare nelle mani a chi propone un'idea di sviluppo ormai superata sia dalla crisi economica mondiale che dai cambiamenti climatici. Un aiuto anche piccolo di tanti che servirà per fermare un grande spreco.
La sottoscrizione va inviata utilizzando il conto corrente postale 61289203 oppure con bonifico bancario (IBAN IT39H0760111200000061289203) intestati a Mountain Wilderness Italia, specificando   nella causale del versamento "per il Cansiglio". La causale va  assolutamente indicata affinché il contributo inviato sia destinato esclusivamente alle azioni in difesa del Cansiglio. Chi verserà il proprio contributo, verrà tenuto informato sull'andamento della sottoscrizione e sulle azioni intraprese.
Oltre  agli sforzi e all'impegno da sempre impiegati da parte delle associazioni ambientalistiche ed alpinistiche, ancora una volta  serve l'aiuto di tutti, per poter consegnare alle generazioni future un patrimonio naturalistico, ma anche storico, non devastato dagli ultimi colpi di coda di un modo di concepire lo sviluppo che ormai appartiene già al passato.