La sezione di Conegliano del Club Alpino Italiano promuove l'iniziativa della Sottosezione di San Polo di Piave.

 

Presso il Patronato Don Bosco di San Polo di Piave

SABATO 04 FEBBRAIO 2006 alle ore 20.45

FRANCO MIOTTO

Montanaro, Cacciatore, Alpinista

SULLE MONTAGNE DELLA SUA VITA

Ingresso Libero 

Con l'aiuto di diapositive straordinarie il grande alpinista dolomitico ci condurrà per i sentieri impervi e quasi inesplorati della "sua montagna", lungo un percorso umano che da leggendario cacciatore di camosci lo porterà a diventare un fedele e sincero amante delle "montagne più belle del mondo".

Nostra intervista a Franco Miotto

"C'era una volta un cacciatore libero e solitario, che non voleva confini. Inseguiva i camosci sulle montagne, oltre la fine dei sentieri, lungo cenge e canali su per placche e pendii rovinosi. Si appostava per ore e giorni a osservarli, a contarli; li riconosceva tutti, uno ad uno. I più begli esemplari erano suoi; nessuno riusciva ad eguagliarlo. Era diventato una leggenda. Divenne una leggenda anche tra gli arrampicatori quando, già avanti negli anni, cominciò a salire le montagne per vie che nessun altro era riuscito a scalare. Dalle sue esperienze sono nati gli itinerari sui viàz, i percorsi dei camosci su cenge esilissime a picco su precipizi e passaggi precari su pendii scoscesi. Oggi, attraverso quei sentieri, con fatica e umiltà si può giungere a toccare il cuore della montagna. Franco Miotto: montanaro, cacciatore, alpinista, ma soprattutto uomo (*)."

(*) Tratto da "La forza della natura - Franco Miotto, l'uomo dei viàz" di Luisa Mandrino, CDA&Vivalda Editori


L'incontro con Franco Miotto ci permetterà di conoscere la sua vita, la sua storia, le sue montagne. E non solo. Poterlo avere tra di noi sarà certamente un'occasione per scoprire il piacere di un'amicizia semplice e spontanea, una di quelle amicizie che lasciano il segno nel tempo.
Franco Miotto lo si deve ascoltare osservandone le espressioni degli occhi, il movimento delle mani, la tipica cantilena della parlata bellunese, perché tutto di lui ci racconta della "sua" storia, legata indissolubilmente alla "sue" montagne, testimoni e artefici di una metamorfosi umana, tuttavia costantemente e ostinatamente vincolata a quei valori per i quali ha sempre lottato.

Ne siamo certi. Il nostro incontro con Franco non ci limiterà ad essere dei semplici spettatori. Saremo invece compartecipi delle emozioni che lui stesso ha vissuto in tanti anni di attività dolomitica; ci approprieremo di un altro tassello di quella conoscenza di noi stessi e dell'ambiente in cui viviamo e che ci fa percepire la frequentazione delle montagne come un fatto culturale.

Per il suo modo puro di stare in montagna e di tracciare nuove vie Ivo Ferrari ebbe a dire: grazie Franco, ora so che l'alpinismo non finirà.